L’amico di famiglia

E’ di Paolo Sorrentino, uno dei pochissimi film che racconta storie di usura, tema complesso e sottovalutato di cui si conosce poco.

Un film che racconta la vita di un usuraio, Geremia De Geremei (alias Cuore d’oro), un uomo che vive nell’agro pontino con la mamma, ormai vecchia e disabile, in una casa buia e fatiscente.

Proprietario di una piccola sartoria, fa derivare la sua vera fonte di guadagno dall’attività di presta soldi, ereditata dal padre.

Avido e morboso, ricatta le persone che a lui si rivolgono e le raggira con una dialettica incalzante che a suo stesso dire, in una delle prime scene del film, è “la sua arma vincente di seduzione”.

Geremia si muove nel mondo con piccoli passi frettolosi, con un sacchetto di plastica appeso al braccio ingessato, in cerca ora di un usurato che gli deve dei soldi, ora di una donna da amare.

E sarà proprio una parvenza d’amore ad ingannarlo e a fargli abbandonare il suo atteggiamento prudente, avallato dalla madre, grazie al quale concedeva solo piccoli prestiti.

Investirà tutti i suoi soldi in un affare che poi scoprirà essere un inganno, architettato da Rosalba la donna giovane e bella che conosce e di cui si innamora concedendo un prestito al padre per organizzare il suo matrimonio e da Gino, suo compare d’affari, vestito sempre da cowboy perchè amante del country.

Un film che suscita emozioni forti e contrastanti, a partire dall’aspetto di Geremia, il protagonista brutto e sgraziato, circondato da altri personaggi che dimostrano quanto l’essere umano possa essere misero nella propria esistenza, lasciandosi corrompere dai facili guadagni.

Sorrentino mette in scena lo squallore di una società allo sbaraglio, il cui valore principale è dato dai soldi, chiesti a strozzo per un intervento di chirurgia plastica, per giocarsi tutto al bingo o per non esser più sbeffeggiati nel paese, organizzando un grande matrimonio.

E’ un film che denuncia l’atteggiamento superficiale di uomini e donne del nostro tempo. E se credete che queste storie non possano esistere nei vostri territori, ascoltate il consiglio di Geremia, “non confondete mai l’insolito, con l’impossibile”.

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